Il nome latino del nostro amico peloso rivela la parentela e lontananza dalla nostra specie: mammifero (come noi), appartenente all’ordine dei carnivori (a differenza di noi primati), famiglia dei canidi, sottospecie (o ‘neotenia’) del lupo. Il cane così come oggi lo conosciamo è il risultato di un processo di domesticazione e convivenza durato migliaia di anni. Il cane è stato il primo animale in assoluto a venire addomesticato dall’uomo; la convivenza tra queste due specie è iniziata ca. 15'000 anni fa (secondo studi recenti addirittura 23'000 anni fa) – diverse migliaia di anni prima della domesticazione dei più antichi animali da utilizzo, capre e pecore.
Anche se le circostanze che hanno portato alla domesticazione del primo lupo sono ignote, si ritiene che l’inizio di questa convivenza sia stato possibile grazie alle condizioni di vita simili dei due animali – uomo e lupo. Entrambi mammiferi e cacciatori (l’agricoltura doveva ancora svilupparsi), uomo e lupo erano animali fortemente sociali, la cui vita era centrata attorno a nuclei stretti e ben strutturati basati su linea di sangue: la famiglia e il branco. All’interno di questi nuclei, sia l’uomo che il lupo avevano sviluppato complesse forme di comunicazione nonché una ripartizione di ruoli e responsabilità mirati ad assicurare la convivenza nel e la sopravvivenza del gruppo. L’indole sociale ed empatica unite alla disponibilità alla comunicazione e alla collaborazione presenti in entrambi i mammiferi hanno fornito la prima solida base per la convivenza futura.
15'000 anni dopo il rapporto uomo-cane continua ad essere unico nel suo genere: nessun altro processo di domesticazione ha avuto un impatto più grande e duraturo nello sviluppo della società umana. Nessuna relazione tra animali di due specie diverse ha raggiunto l’ubiquità, l’intensità e la complessità che si trova tra uomo e cane. La presenza del cane al fianco dell’uomo si ritrova nei secoli in pressoché ogni civiltà e in quasi ogni regione del mondo. Etologo ed esperto di lupi Erik Ziemen[1] ritiene che la prima funzione del cane al principio del processo di domesticazione fosse quella di compagno sociale e baby-sitter per i bambini umani; successivamente guardiano e compagno di caccia. Queste funzioni – seppur in diverse forme – sono rimaste inalterate nei secoli, e nel tempo a queste se ne sono aggiunte altre: aiutante nel lavoro, custode del gregge, oggetto di status sociale, compagno di giochi, difensore personale, cercatore di tartufi, sostituto di un figlio o compagno, ausilio per le forze dell’ordine e nelle missioni di salvataggio, guida e sostegno fisico e psicologico per persone con disabilità o che convivono con condizioni quali diabete, epilessia, o stress post-traumatici. Partner sociale.
La vastità del rapporto tra queste due specie e la portata del potenziale che uomo e cane – come team – posseggono continua ancora oggi ad elevare il cane a compagno prediletto e unico nel suo genere. Il fascino di questo rapporto risuona nelle parole ‘partner sociale’: il cane è di fatto l’unico animale non umano in grado di vedere nell’uomo un partner a pieno diritto. In ogni momento consapevole che l’uomo non sia un cane, si affida al suo umano e lo accetta quale pari e compagno di vita. All’uomo spetta lo stesso compito: imparare a vedere il cane per ciò che è, accettarlo come compagno e amico senza antropomorfizzare e senza sminuire la complessa e affascinante natura di questo canide. La comprensione ed il rispetto per la natura dell’altro aprono la strada alla comunicazione e rendono uomo e cane una squadra, dove talenti e punti di forza si completano e rafforzano a vicenda. Due mammiferi, un carnivoro e un primate, creano così una nuova unità sociale – und team uomo-cane – la cui fondazione è un rapporto di fiducia, comprensione e comunicazione.
[1] Erik Ziemen (2000). Vom Wolf zum Hund – die Anfänge des jagdlichen Einsatzes. In W. Kornder (Ed.) Mit Hunden jagen. Ökologischer Jagdverein Bayern e.V., pp. 8-22.